Il clima delle grandi occasioni, il ritorno alla normalità (almeno sembrerebbe) con le macchine incolonnate in fila nella nebbia milanese sui viali, più di trentamila tra cui vip come Conti e Pieraccioni allo stadio, cori e fumogeni. C’è il Milan capolista. In difesa l’inedita coppia centrale Igor – Venuti è l’improvvisazione forzata di Italiano trovatosi senza difensori tra squalifiche e infortuni. Davanti si trovano Leao, Diaz e soprattutto, per carisma e storia personale, il quarantenne Ibrahimovic, il quale al 4’ va in gol, annullato per fuorigioco. In rete ci va la Fiorentina al 15’ con Duncan, il più lesto ad approfittare di una papera dell’ex Tatarusanu. Nel giro di due minuti Terracciano è pronto sul tiro di Tonali e poi respinge sopra la traversa la conclusione dal limite di Leao. Sul vecchio Ibrah, che gioca da fermo ma sa ancora rendersi pericoloso nell’attuale malmessa Serie A, si appoggia il gioco rossonero e al 40’ lo svedese avrebbe l’opportunità di pareggiare ma il suo colpo di testa da pochi passi termina a lato.
La Fiorentina sembra soffrire la prestanza fisica e la superiorità tecnica degli avversari, ma nel minuto di recupero raddoppia. Lo fa da fuori area, con un tiro a girare, bello e impossibile, di Saponara che poi, sotto la Fiesole, rende omaggio ad Astori portandosi la mano alla tempia nel saluto al Capitano che accompagnò le reti della squadra gigliata in quella stagione segnata tragicamente dalla scomparsa del numero 13 viola. La ripresa continua il tema del primo tempo, con il Milan in costante pressione offensiva accerchiare la retroguardia della Fiorentina senza colpo ferire.
Cosa che invece fanno i padroni di casa, quando sta per scoccare l’ora di gioco e Duncan apre per Vlahovic che controlla, supera di potenza anche Tatarusanu e insacca a porta vuota. È finita? Macché. Un minuto dopo Ibrahimovic, servito colpevolmente dentro l’area da Bonaventura, accorcia le distanze. Al 66’ ancora Ibrahimovic fredda Terracciano e l’entusiasmo dei tifosi viola. Italiano inserisce Gonzalez e Castrovilli al posto di Callejon e Bonaventura. La sensazione della beffa in arrivo viene cancellata a cinque minuti dalla fine (escluso recupero) quando Gonzalez ruba palla in area rossonera e serve Vlahovic che appone il secondo sigillo personale per il 4 a 2 . Definitivo? No, al 96’ il colpo di testa dell’onnipresente Ibrahimovic rimbalza sulla traversa, poi sul ginocchio di Venuti per il 4 a 3 finale.
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