Le eccellenze mugellane compiono una trasferta d’eccezione nel Trentino. Sono infatti al seguito della Fiorentina in ritiro a Moena. Lo scrive il collega Paolo Guidotti in un articolo su “La Nazione”. Qui precisa che “a gestire la sezione cibo e bevande dell’InViola Fan Village sono stati chiamati lo chef mugellano Cristian Borchi e Alessio Fantechi, che hanno coinvolto una serie di aziende, agroalimentari e non, del Mugello oltre che della Val di Sieve.”
A Moena sono arrivati anche i formaggi del Palagiaccio, le macchine da caffè della Marzocco di Scarperia e San Piero; Mugello Sistemi si è occupato della parte gestionale dei registratori di cassa. Ruffino ha provveduto ai vini e Gerini ai salumi. E poi vi sono i tortelli mugellani de La Fiorita, mentre i coltelli artigianiali di Saladini e Fontani di Scarperia serviranno a tagliare le bistecche frollate a puntino inviate dalla Cooperativa Agricola di Firenzuola. Tutto ciò per la gioia non solo dei calciatori e dello staff, ma anche dei tanti tifosi che verranno ad assistere agli allenamenti. Il ritiro, iniziato lo scorso 6 luglio, si concluderà il 21.
Gioco di parole forse scontato, ma alla Fiorentina si addicono dunque le fiorentine. Quelle del Mugello però. Adriano Borgioli, decano degli agricoltori e allevatori mugellani, mi ha segnalato la notizia, non senza soddisfazione. Vuol dire una volta di più, afferma, che il prodotto mugellano sta ottenendo riconoscimenti da parte del consumatore.
La presenza a Moena costituisce un veicolo promozionale fenomenale. Metterà in atto un ulteriore circolo virtuoso.
“Ma attenzione – precisa Borgioli – Quello che si è messo in moto e deve procedere, in generale, è un cammino biunivoco: consumatore e agricoltore devono entrambi contribuirvi. Il primo, più che il diritto, ha il dovere di conoscere caratteristiche e provenienza di ciò che mangia e beve. E questo al di là di certe banalità, diciamo così, da etichetta. ‘Prodotto e confezionato’ è un concetto ambiguo. Alle volte indaghi e scopri che ciò che hai comprato, nel Mugello, ce lo hanno solo confezionato”.
“C’è ancora strada da fare, ma intanto si incomincia a guardare con altro occhio, per esempio, a certi ‘forti sconti’. E a domandarsi come può essere fatto un olio per alimentazione venduto al prezzo di un decimo dell’olio da motore!”
“Ma un agricoltore e allevatore non può più limitarsi a coltivare o allevare. I tempi sono cambiati. Deve andare incontro al consumatore. Informarlo sul suo lavoro e sui suoi prodotti partecipando a fiere, mostre mercato. Iniziative come Stalle aperte hanno grande importanza per entrambi. Anche sul piano sociale. Pensa a quanto può essere positivo per una famiglia, per un gruppo di amici, trascorrere una giornata in campagna, all’aria aperta, a conoscere e far conoscere come funziona un’azienda agricola. Comprendere quanto lavoro, quanta professionalità, quanta passione c’è dietro un pranzo sano. E squisito.”