Rapido e concreto, rivolto al futuro attingendo dal passato. L’ufficialità della riconferma di Vincenzo Montella arriva direttamente dagli Stati Uniti in serata ma era, come si dice, nell’aria e se non fosse stato per l’assenza dell’allenatore ancora in vacanza sarebbe avvenuta prima. Le prime mosse di Mr Rocco sono molto americane, nel senso decisionale. Dopo la “sorpresa”, come lui stesso l’aveva definita, della tournée negli States così il nuovo proprietario ha preso altre decisioni in modo netto.
A cominciare dall’eliminazione del possibile problema Moena, dato che i viola saranno presenti anche nella seconda settimana del ritiro con una parte della rosa, oltre ai nazionali e ai giovani più promettenti della Primavera, mentre l’altra metà della squadra giocherà in America. Con il ritorno di Daniele Pradè, ha prevalso ancora la logica insieme all’umiltà, più volte dichiarata da Commisso, nell’affacciarsi in una nuova realtà come quella del calcio italiano. Ecco spiegata la conferma di Montella, affiancato dal direttore (insieme dai tempi della Roma) con il quale aveva ottenuto i risultati migliori grazie a una squadra sapientemente costruita anche con l’apporto di Macia.
Decisivo, allora, nella fine del rapporto fu l’errore di valutazione su Gomez, ultimo investimento dei Della Valle. Come la volta precedente, Pradè arriva al posto di Corvino. Nel segno della cautela pure la scelta di mantenere inalterata la struttura del settore giovanile con il professor Vergine ancora al vertice. Sale di grado Giancarlo Antognoni, in un ruolo più operativo, a occuparsi di calcio. Con lui, probabilmente, anche Batigol a suggerire dal Sudamerica il prossimo giovane centravanti da sgrezzare per rendere questa Fiorentina capace di fare sognare i propri tifosi non più repressi nelle proprie ambizioni.