Stanno per arrivare gli americani. Lo scrive il New York Times. E questo basti. A fare sì che l’ufficialità giunga un minuto dopo la fine del campionato, proprio come aveva annunciato nella sua lettera aperta uscita su La Nazione Don Diego Della Valle, del quale già intravediamo l’ombra scomparire in lontananza mentre si affaccia la florida presenza di un uomo dall’espressione e dalla pancia tipica dell’italo americano di successo.
E che business! Rocco Commisso, magnate sessantanovenne emigrato negli States dalla Calabria appena dodicenne, fondatore di Mediacom Communication, si appresta dunque a legare il nome di Firenze a New York. Orgoglioso delle proprie origini italiane, Commisso è già nel mondo del pallone americano con i New York Cosmos e da tempo ambiva a entrare in quello nostrano. Un ritorno a casa attraverso la passione popolare più autentica. In precedenza la Roma, un anno fa voleva comprare il Milan, poi forse anche la Sampdoria, finalmente la Fiorentina.
I tifosi che si lamentavano della scarsa presenza degli attuali proprietari allo stadio, si rassegnino perché Commisso verrà di rado sotto il cielo di Firenze ma siamo sicuri che la lontananza fisica non sarà avvertita se i risultati sportivi saranno all’altezza delle ambizioni di chi è abituato ad avere successo in ogni campo della vita. Se la palla rotolerà per il verso giusto, nella rete degli avversari per intendersi, sarà perdonato tutto a Mr Commisso, pure la dichiarata fede juventina.
Nel calcio del duemila non c’è più spazio per mecenati o appassionati, è il business, viene voglia di dire. È tale il bisogno di entusiasmo che il preannunciato arrivo dell’italo americano a Firenze fa passare per il tifoso viola ogni considerazione in secondo piano, tranne naturalmente l’ultima partita da giocare. I Della Valle, mai calati appieno nella fiorentinità, che discorso avranno fatto alla squadra ulteriormente disorientata da quest’ultima notizia? Ah già, domani la Fiorentina si gioca la permanenza in Serie A. Ne va dell’onore sportivo e della stessa vendita della società, perlomeno al prezzo sembra di 135 milioni di euro.