Mr Commisso, Welcome! L’attesa firma per il passaggio di consegne societario arriverà a breve, probabilmente questo giovedì, ma intanto l’accordo c’è.
Chissà se i tifosi a Firenze preparano già gli striscioni, non solo allo stadio ma in tutta la città come l’avevano tappezzata al contrario con l’invito ai Della Valle ad andarsene. Se non saranno scritte, saranno cori. In ogni caso, bandierine a stelle a strisce. Per la festa del nuovo, in contrapposizione alla pesantezza dell’anonimato degli ultimi tempi. Come il calcio presto concede così toglie e gli osanna fanno posto ai fischi, ma non è questo il momento e speriamo arrivi il più tardi possibile, magari mai.
Alle 22 del 2 giugno Rocco Commisso atterra a Milano, e per chi tra i tifosi viola proprio non ce la fa più non è un caso che arrivi nel giorno della Liberazione. Riconosciuto all’aeroporto dai cronisti in attesa di Antonio Conte nuovo tecnico dell’Inter, il prossimo proprietario della Fiorentina maschera lo stupore con l’ironia: “He’s more important”, è più importante di me – dice Commisso riferendosi all’allenatore italiano e la battuta tagliente lo rende se possibile già un calabro-toscano che ha fatto fortuna in America. Accompagnato da Joe Barone, il suo braccio destro di cui sentiremo spesso parlare, sono a Milano dove ci sono gli uffici Tod’s quartier generale dei Della Valle.
Lì avviene l’incontro di quasi due ore, faccia a faccia tra gli ex e il nuovo proprietario della Fiorentina. Le cifre ballano poco sopra i 165 milioni di euro, meno quindi dei 221 milioni investiti dai Della Valle nei 17 anni di loro gestione e meno sicuramente di quanto chiedevano quando misero per la prima volta la Fiorentina in vendita. Potenza, anche, del flash mob nel salotto buono di Firenze davanti al loro negozio. Lo sberleffo indigesto.
Del resto la storia si era esaurita da tempo. E non è vero che non era mai nata. Chiedetelo ai giocatori della Florentia Viola ovvero la Fiorentina in incognito che muoveva i primi passi nel mondo pallonaro. Era un altro Diego, quello, ma pur sempre duro. Il carattere è lo stesso e non manca, così, l’affondo finale. Leggete la nota diffusa dalla Fiorentina sul proprio sito:
“Leggiamo continue notizie diffuse da altri sul futuro di Chiesa e su dove giocherà il prossimo campionato. L’attuale proprietà tiene a precisare che Federico è un giocatore della Fiorentina legato alla Società da un lungo contratto e quindi, per quanto ci riguarda, Chiesa il prossimo anno giocherà a Firenze e dovrà essere il giocatore simbolo per la squadra che si costruirà”.
“L’attuale proprietà… per quanto ci riguarda…”: in pratica Diego passa la palla a Rocco. ‘Vediamo cosa sai fare tu’ – sembra dirgli, lasciando la responsabilità dell’eventuale cessione del “giocatore simbolo” al nuovo proprietario. Sapremo più avanti se la cessione di Chiesa era già stata fissata come lo fu quella di Roberto Baggio alla Juventus nell’avvicendamento tra i Pontello e Cecchi Gori. In ogni caso la mancata cessione del giovin Chiesa comporta un prezzo più alto della società. Dunque vedremo. Perché ancora più importante della scelta dell’allenatore, se confermare o no Montella ancora vincolato da due anni di oneroso contratto, lo è quella del direttore generale al quale affidare le redini di un’impresa che non potrà per forza di cose essere seguita in prima persona sul posto, se non saltuariamente, dal nuovo proprietario.
Ma il nodo più rilevante è Federico Chiesa. Tenerlo a Firenze sarebbe la migliore risposta di Mr Commisso al guanto di sfida lanciatogli da Don Diego Della Valle. Anche se farne il simbolo della sua Fiorentina dovesse costargli svariati milioni di euro in più rispetto forse a quanto preventivato all’inizio. Tutto poi verrebbe di conseguenza, dagli investimenti sul centro sportivo per le giovanili, al nuovo stadio. Cominceremmo a preoccuparci soltanto quando dovessimo venire a conoscenza della parola plusvalenza in inglese.