Il risultato finale smentisce le previsioni di una partita ricca di gol considerando la spericolata difesa viola delle prime due giornate e l’attacco bianconero da brividi. La mancanza di reti non tragga in inganno perché lo 0 a 0 è stato intenso come da tradizione in ogni partita tra Fiorentina e Juventus. Montella opta per la scelta più prudente con un 3-5-2 in cui si affida subito a Caceres da pochi giorni arrivato e a un centrocampo numericamente più denso lasciando a Chiesa e Ribery i compiti prettamente offensivi. I due contendenti per il ruolo di falso o vero nove rimangono dunque entrambi in panchina, Boateng e Vlahovic. Una Fiorentina coperta dopo le sette reti subite nelle prime due giornate ma che sacrifica qualcosa o forse molto sul piano offensivo. Questo sembra alla lettura delle formazioni. La scelta fatta premia il tecnico viola perché alla fine, ai punti, se una squadra avesse dovuto vincere quella sarebbe stata proprio la Fiorentina, se non per i 10 angoli a zero, per un colpo di testa di Dalbert che avrebbe meritato migliore sorte .
La coreografia da brivido, con la scritta Firenze che si estende dalla Fiesole alla Maratona, va di pari passo con l’Inno di Narciso Parigi, tanto per fare capire, una volta ancora, a Rocco Commisso e Joe Barone che questa, sì, è Firenze. Il traffico delle grandi occasioni, con i ragazzini in motorino a slalomeggiare tra le macchine, macchie di viola sui viali, annuncia la partita che mantiene le attese. I 28026 abbonati per un totale di 40312 spettatori sono la cornice dell’incontro in cui fra i viola in campo risaltano in particolare due giocatori, Ribery che parte dal primo minuto e Chiesa che gioca contro quella che probabilmente sarebbe stata la sua squadra se non fosse arrivato Mr Rocco a trattenerlo a Firenze.
Al 13’ il coro per Davide Astori, per il resto è un incitamento continuo e non potrebbe essere altrimenti. Ribery ha sprazzi di alta classe, costringe Pjanic e De Ligt a due interventi fallosi per i quali saranno ammoniti. Finché sta in campo, il piccolo fenomeno francese rincorre il pallone, a dimostrazione di umiltà e generosità oltre che di una condizione fisica ritrovata. Come quando ferma un’azione pericolosa di Ronaldo in uno scontro fra numeri sette in cui ad avere la meglio è quello viola. Chiesa mette tanti palloni al centro e dà tutto quello che può. Come i suoi due protagonisti più attesi, così la Fiorentina gioca di rimessa, prudente senza scoprirsi alla Juve. A centrocampo si impone la personalità di Castrovilli e la standing ovation del pubblico alla sua uscita è un’ulteriore dimostrazione della crescita esponenziale di questo ragazzo. Nel recupero Montella viene ammonito quando protesta con l’arbitro per avere fermato il gioco con i viola in azione offensiva. Ecco, la Fiorentina fa un punto ma in un certo senso Montella ne fa tre perché il pareggio di questa Fiorentina nasce proprio dalle scelte del tecnico gigliato. Il quale nel dopo partita, tra le varie affermazioni, ne fa una in particolare che lascia il segno: “Castrovilli può diventare l’erede di Antognoni”.
Il tabellino
Fiorentina – Juventus 0-0
Fiorentina: Dragowski, Milenkovic, Pezzella (cap) (83’ Ceccherini), Caceres, Lirola, Pulgar, Badelj, Castrovilli (89’ Zurkowski), Dalbert, Chiesa, Ribery (69’ Boateng). All. Montella.
Juventus: Szczesny, Danilo (62’ Cuadrado), Bonucci (cap), De Ligt, Alex Sandro, Khedira, Pjanic (44’ Bentancur), Matuidi, Douglas Costa (8’ Bernardeschi), Higuain, Ronaldo. All. Sarri.
Arbitro: Irrati di Pistoia. Assistenti Preti-Passeri. Quarto uomo Di Bello. Var Mazzoleni-Lo Cicero.
Note: Ammoniti Caceres, De Ligt, Chiesa, Pjanic, Castrovilli, Bentancur, Montella (all.).