Alla conferenza stampa di presentazione di Franck Ribery si parla francese e un pizzico di italiano, presenti alcuni giornalisti d’oltralpe, ma soprattutto il linguaggio è quello internazionale dei campioni. Alla domanda in merito ai suoi 36 anni, il nuovo, fantastico, numero 7 della Fiorentina non si è scomposto: “le football c’est ma vie. Il calcio è la mia vita. Ho un amore tale per il calcio che questa è la ragione per cui sono voluto rimanere in Europa. Spero anch’io, come Totti, di arrivare a giocare fino ai quarant’anni”. In realtà un altro motivo determinante nella scelta del giocatore di accasarsi per un biennio a Firenze è stata la volontà della moglie, come ha ammesso il francese e ribadito Daniele Pradè.
“Spero di essere ancora decisivo e aiutare i giovani a crescere, devono sempre avere la fame di giocare a calcio. Non bastano tre partite per essere arrivati” – ha aggiunto Ribery – “Voglio divertirmi. L’accoglienza ricevuta all’aeroporto dai fiorentini mi ha ricordato il calore di Marsiglia e questo mi spinge a dare il massimo”. C’è spazio pure per mostrare il proprio lato più sensibile quando Franck ricorda “le difficoltà incontrate fin da giovane. Sono cresciuto per strada ma ho dei valori e non dimentico da dove vengo. Sono una persona semplice, serio, rispettoso. Quell’incidente avuto da bambino ha creato il mio carattere, ho un grande cuore e se posso aiutare la gente lo faccio”.
Quando l’età non conta. Nello sport lo si sta vedendo in più discipline se si pensa ai 38 anni di Roger Federer nel tennis e ai 40 di Valentino Rossi nel motociclismo. Per rimanere nell’ambito calcistico il primo esempio che ci viene in mente è proprio un grande amico di Franck ovvero Luca Toni che ha avuto tra l’altro il merito di ‘consigliare’ Ribery a Pradè. Dato erroneamente per finito a Firenze, Toni, quando si ripresentò nella sua seconda versione dopo la prima che gli aveva permesso di conquistare addirittura la Scarpa d’oro quale miglior realizzatore in Europa con 31 gol. Erano i tempi di “Toni e furmini”. Al suo ritorno sulle rive dell’Arno, dicevamo, nonostante le 8 reti segnate gli fu offerto nella stagione successiva, dalla dirigenza viola oramai passata, un ruolo di allenatore nel settore giovanile. Roteando la mano intorno all’orecchio, Luca Toni ringraziò ma declinò l’offerta per andare al Verona dove sarebbe diventato il capocannoniere della Serie A all’età di 38 anni. Roba di quattro anni fa.
Tornando all’attualità, un nome accostato alla Fiorentina nell’ultimo mercato è stato il trentaseienne Daniele De Rossi il quale ha poi preferito emigrare al Boca Juniors in Argentina piuttosto che fare uno sgarbo ai suoi tifosi romanisti indossando la maglia di un altro club italiano. C’è chi spera in un altro grandissimo colpo di Rocco Commisso, addirittura il sogno è di vederlo scendere all’aeroporto di Peretola accompagnato da uno che al momento gioca negli States ma direbbe ancora la sua nel campionato italiano ovvero il trentottenne Zlatan Ibrahimovic. Oppure perché non prendere per il centro dell’attacco dalla nemica Juventus Mario Mandzukic che il prossimo anno di anni ne compirà soltanto 34?
Chi ama il calcio, indipendentemente dal colore della maglia, avrà ancora bene impressi gli ultimi gol del trentasettenne Roberto Baggio, divin codino oramai imbiancato nel Brescia di Carletto Mazzone, ma autore inimitabile di colpi di biliardo negli angoli delle reti. Poesia allo stato puro. Come quella che ci auguriamo regalerà Franck Ribery a Firenze. In attesa di vederlo nelle prossime partite quando lascerà sul posto qualche terzino, che potrebbe essere quasi suo figlio per la differenza di età, col più formidabile dei dribbling. Non subito, però.
In quella che Joe Barone ha giustamente definito “una giornata storica”, Ribery ha chiesto infatti un po’ di pazienza rinviando forse il proprio debutto non a questo sabato nella gara interna col Napoli: “Mi sono allenato da solo ma soltanto oggi ho svolto il primo allenamento con la squadra e questa è un’altra cosa. Voglio essere il biglietto della lotteria ma ho bisogno ancora di un po’ di tempo, forse cinque giorni o due settimane. Ancora non sono pronto ma se c’è bisogno di me sono qua”. Con l’auspicio di “portare la Fiorentina tra le prime cinque o tre del Campionato”. Si ragiona in grande ormai a Firenze. In attesa dei prossimi colpi di mercato.