“Io lo vedevo come papà” – racconta Teo Cavallini – “e papà era sempre in studio sia di giorno che di notte, una presenza fortissima. Noi ci alzavamo per andare a scuola, mamma ci accompagnava, e fermandosi all’interno del giardino, papà èra già in studio che lavorava”

 

Sauro Cavallini 1927 – 2016

In occasione della sua inaugurazione al pubblico ho il piacere di entrare nella casa dove un grande artista del  900 ha vissuto e lavorato. Una viva testimonianza le cui radici affondano nella città capitale del Rinascimento.

“Un concetto che parte dal 1965” – racconta Teo Cavallini – “quando giovane artista invitato a partecipare al premio del Fiorino d’Oro, con grande sorpresa dei critici, vinse il primo premio con il gatto rappresentato con 2 code, filo conduttore per tutti i suoi lavori futuri”

Sauro Cavallini appassionato di letteratura inizia il suo percorso di sperimentazione da autodidatta proprio qui a Firenze nello studio in Via Orsammichele.

“L’amore èra il suo concetto base, su cui si fondava ogni scultura che lui ha realizzato. Tutti i suoi lavori sono attorniati da un sentimento di passione per la vita e per la natura.”

Nella sua casa sono sutodite oltre 300 opere di scultura pittura e grafica che riassumono un parabola artistica lunga decenni.

“Qui siamo all’interno del suo regno, questa èra ed è la sua casa studio, èra un ambiente off limits anche per noi figli” – prosegue Teo Cavallini – “ in certe sale non ci èra permesso entrare, c’èrano documenti che cosiderava molto riservati”

Sauro Cavallini ha stimato Firenze oltremodo, Firenze come simbolo da aiutare ed è proprio nel 66 che l’artista interrompe la sua attività per dedicarsi al restauro dei marmi Fiorentini.

“Lui riusciva con la pomice ed il talco, ad asportare tutto quello che era macchiato, rispettando i colori originali del materiale. Un qualcosa di cui ne è sempre stato molto orgoglioso”

Primo impoegno del Centro Studi Cavallini sarà quella di valorizzare l’opera dell’artista mantenendone viva la memoria per le future generazioni.

“Diventerà anche un luogo dove dove attualizzare magari con convegni centri di formazione” – dichiara Eugenio Giani Presidente del Consiglio Regionale della Toscana – “possibilità di mostre che le sue opere le possano interrelare con altri autori, una testimonianza di ciò che nel 900 una personalità come Cavallini ha offerto all’arte contemporanea”

“Ho conosciuto personalmente il Maestro Cavallini” – dichiara Anna Ravoni, sindaco di Fiesole Firenze – “e poi fin da piccola ho vistoqueste opere nel suo giardino, in qualche modo noi ragazzini guardavamo oltre il muro per vedere queste bellissime opere che intravedevamo soltanto”

L’arte di Cavallini si tocca con pienezza, equilibrio espressivo e gioia di vivere, si fondono in immagini dal valore assoluto.

“Mio padre per me è sempre stato un simbolo, qualcosa da seguire” – prosegue Teo Cavallini – “lui questo in un certo senso lo ha capito e nella sua mente libera ci ha sempre costretto a fare scelte differenti, non ci ha mai avvicinato all’arte”

Sauro Cavallini scriveva:

“Ho guardato gli alberi nel giardino, ho accarezzato il cane che mi guardava, ho letto nel silenzio del cielo il mio passato e al mare che rende le sponde sorelle ho sorriso. Allora mi sono alzato e ho scolpito l’amore.

Per ulteriori informazioni:

www.saurocavallini.it

e-mail: art@saurocavallini.it

Studio Cavallini, Via XXV aprile n. 23, 50014 Fiesole (FI

un ringraziamento particolare ad Aine e Teo Cavallini ed a Marco Ferri